LA STORIA DELLA
VILLA FRANCESCONI-LANZA

La Villa Francesconi-Lanza è un patrimonio di rilievo storico ed evoca lo stile delle ville che proliferavano nel Veneto fra il XVI e il XVIII secolo.

Secondo i primi documenti disponibili, la costruzione originale della villa, al tempo di proprietà della nobile famiglia Francesconi di Padova, risale a circa il 1744. Sotto la loro sovrintendenza, la villa era fiorente. Una perizia redatta nel 1785 lodava “il palazzo con le sue adiacenze che contiene nove locali con sala nel mezzo, con sua grande scuderia vicino con la lunghezza di piedi 36; al solaro [solaio] poi contiene altri nove locali colla sala”. La perizia inoltre sottolineava che l’edificio era “in ottimo stato essendo stato tutto rinnovato, ampliato et ridotto ad uso di magnifica abitazione in tutte le sue parti”.

La famiglia Francesconi ne rimase in possesso fino agli inizi del 1800. Il catasto napoleonico riporta che nel 1812 l’immobile era adibito a casa di villeggiatura di proprietà di un certo Vito Francesconi, con ampio “brolo” (orto e giardino) coltivato sul retro.

Con una successione di eminenti proprietari, la villa continuò a fungere da residenza privata di villeggiatura fino al 1863, quando fu trasformata in struttura agro-industriale. Fra le importanti modifiche che vennero apportate c’era la realizzazione di un nuovo fabbricato con porticato, originariamente inteso ad uso granaio e cantina.

Nel 1900, l’immobile subisce due altri passaggi di proprietà prima di essere acquistato dall’avvocato Carlo Lanza dopo la Seconda Guerra Mondiale. Stando ai residenti dell’Arcella di quell’epoca, quando la villa apparteneva all’avvocato Lanza, la veranda fungeva da luogo di ritrovo per l’intera comunità.

Negli ultimi decenni, tra la fine del XX secolo e gli inizi del XXI, la villa rimase vacante e il suo splendore svanì.

Dopo l’acquisto, la Chiesa portò a termine il meticoloso restauro di questo edificio di rilievo storico.

La grande impresa di risanamento e ristrutturazione richiese uno straordinario intervento per proteggere la struttura dall’infiltrazione di acqua che comprometteva le sue fondamenta. Comportò anche un progetto di diversi mesi eseguito da un’équipe di restauratori professionisti per ripristinare pregiate caratteristiche artigianali, inclusi rilievi e affreschi, alcuni dei quali erano rimasti celati sotto una crosta di intonaco per più di un secolo.

Quando questo patrimonio architettonico completamente restaurato fu inaugurato come sede della Chiesa di Scientology nel 2012, per Padova rappresentò il ritorno di una gemma per elevare le generazioni future.